Il mio blog

Corri che ti passa

Annamaria è una super mamma. Molto presente, grande lavoratrice ed amante dell’aria aperta.

Quando è nata Rossella, Fabio aveva 2 anni.

Da un lato c’era un bimbo nel pieno dei suoi terrible two, dall’altro c’era una neonata bisognosa di cure.

L’uno desiderava sperimentarsi nei movimenti, si arrampicava, correva, saltava. L’altra richiedeva calma, silenzio, nutrimento.

Fabio dava l’addio al pannolino e Rossella metteva i dentini.

Il primogenito richiedeva le attenzioni della mamma, la secondogenita anche!

Si dice che l’amore di un genitore si moltiplichi. L’amore sì, il corpo no!

Annamaria si divideva tra lavoro e famiglia. In casa si disbrigava tra i fornelli, bucato, attività. Inventava nuovi giochi per intrattenere i suoi bimbi.

Le giornate erano pressappoco tutte uguali.

Dopo un paio di anni di completa dedizione alla famiglia e al lavoro, dopo essersi presa svago minimo e stress tanto, le è venuta una brutta influenza che l’ha obbligata a fermarsi per diversi giorni. Non si è ripresa facilmente perché, nonostante avesse bisogno di riposo, lei continuava a fare, sbrigare, risolvere.

Quando sembrava essersi fragilmente ripresa ha avuto una ricaduta ancora più pesante della prima.

Sono stati giorni interminabili.

Annamaria era presa dal ruolo di mamma e sempre meno da quello di donna. I suoi interessi, l’aria aperta erano un lontano ricordo.

Dopo aver recuperato le forze, un giorno, ha incontrato un’amica e, quasi per gioco, si sono date un appuntamento per fare una camminata.

A quell’appuntamento si sono presentate entrambe.

Cosa è successo?

Hai presente Forrest Gump quando comincia a correre? Beh, Annamaria non ha corso per 3 anni, 2 mesi, 14 giorni e 16 ore come lui ma, da quando ha provato quel piacere, ha deciso saggiamente di non farselo mancare più.

La spinta a fare la camminata con l’amica nasceva da una forte esigenza maturata durante quei giorni di influenza.

E’ importante chiedersi ciò di cui si ha bisogno ed ascoltarne la risposta.

Annamaria è stata due volte brava. Il primo motivo è riferito al fatto che si è fermata ad interrogarsi, il secondo è che è andata nella direzione che sentiva essere quella giusta affinché raggiungesse il suo benessere psico-fisico.

Con la camminata veloce il corpo produce l’anandamide, definita la “molecola della beatitudine”.

L’anandamide è un neurotrasmettitore cannabinoide, responsabile delle nostre sensazioni di benessere e felicità, che aumenta la motivazione ed ha un importante potenziale terapeutico.

Annamaria ricerca la sua camminata anche quando è raffreddata. E’ un toccasana persino per il raffreddore.

Per Annamaria stare bene è fare la camminata veloce un paio di volte a settimana, per te può essere cucinare dei cibi prelibati, andare in Chiesa, farti un bagno caldo, preparare dolci, fare una chiacchierata con un’amica, leggere un libro, fare shopping, guardare un film, sorseggiare un caffè in buona compagnia, praticare un’attività sportiva, fare lavori manuali oppure semplicemente ascoltare la radio in macchina dopo aver lasciato i piccoli a scuola nel tragitto verso l’ufficio.

Ok, siamo mamme.

Sì, siamo mamme E siamo anche donne.

Donne con i nostri bisogni, i nostri svaghi, le nostre passioni. Essere madre non ci deve rendere prigioniere.

Siamo al mondo non solo per servire.

Abbiamo il diritto di stare bene e il dovere di farlo presente prima di tutti a noi stesse.

Ritagliandoci degli spazi per praticare i nostri interessi riacquistiamo energia, forza, carica. Tutto questo è funzionale per il raggiungimento del nostro benessere.

Grazie a questo siamo poi in grado di dedicare la nostra carica vitale alla nostra famiglia.

Annamaria ha iniziato ad equilibrare i suoi ruoli di mamma e donna. E tu? Lo stai facendo?

 

 

 

 

 

 

 

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4 Commenti

  • Manuela

    Sono d’accordo, il mio problema è solo uno….il tempo!!! Lo so che volere è potere e che un ora un paio di volte a settimana non è la fine del mondo….ma quando lavori mattina e pomeriggio e lasci i tuoi figli dai nonni tutti i pomeriggi o quasi, quando, quando ritagliarsi il tempo per se senza sentirsi in colpa….senza sentirsi come se si togliesse ancora del tempo a loro…

    2 Aprile 2018 at 10:08 Reply
    • Magda Braia

      Cara Manuela, in effetti non sono compatibili il fare un’attività per il proprio benessere e il nutrire un senso di colpa per essere stata assente.
      Sei tu a dover decidere se ti fa star meglio stare con i tuoi figli in quelle ipotetiche due ore a settimana o andare a fare una camminata.
      Se non riesci ad incastrare la tua attività in orari in cui non ne risenti tu o la tua famiglia meglio rimandare ad altri momenti quell’attività o scegliere un’altra attività compatibile con i tuoi bisogni e quelli della tua famiglia o svolgere quell’attività prediletta una sola volta a settimana.
      Secondo me ci sarebbero ancora altre alternative oltre a queste. Che dici?

      3 Aprile 2018 at 14:45 Reply
  • Anhelo

    Nella vita di una donna / mamma a volte esitono anche i mariti !
    O magari rinunciare al pranzo un paio di volte a settimana come faccio io… e la domenica mattina presto ? Se i bimbi si alzano per esempoo alle 9 uscendo alla 7,30 …..

    2 Aprile 2018 at 16:56 Reply
    • Magda Braia

      Caro papà sono pienamente d’accordo con te quando dici che accanto a noi donne/mamme esistete voi.
      Inoltre grazie per lo spunto pratico che offri dicendoci che rinunci al pranzo un paio di volte a settimana per praticare un’attività oppure la svolgi la domenica mattina molto presto mentre i bimbi dormono. In effetti a noi mamme non sempre verrebbero in mente certe idee 😉

      3 Aprile 2018 at 14:50 Reply

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